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Capitolo 4 Tecnologie idroponiche

4.5 Disinfezione della soluzione nutritiva a ricircolo

Per ridurre al minimo il rischio di diffusione di agenti patogeni del suolo, è necessaria la disinfezione della soluzione nutritiva circolante (Postma et al. 2008). Il trattamento termico (Runia et al. 1988) è stato il primo metodo utilizzato. Van Os (2009) ha fatto una panoramica dei metodi più importanti e una sintesi è riportata di seguito. Il ricircolo della soluzione nutritiva apre possibilità di risparmiare sull’acqua e sui fertilizzanti (Van Os 1999).

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4.4 Fisiologia delle piante

4.4.1 Meccanismi di Assorbimento Tra i principali meccanismi coinvolti nella nutrizione delle piante, il più importante è l’assorbimento che, per la maggior parte dei nutrienti, avviene in forma ionica a seguito dell’idrolisi dei sali disciolti nella soluzione nutritiva. Le radici attive sono l’organo principale della pianta coinvolto nell’assorbimento dei nutrienti. Gli anioni e i cationi vengono assorbiti dalla soluzione nutritiva e, una volta all’interno della pianta, provocano l’uscita dei protoni (HSUP+/SUP) o degli idrossili (Ohsup-/SUP) che mantengono l’equilibrio tra le cariche elettriche (Haynes 1990).

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4.3 Tipi di sistemi idroponici secondo la distribuzione acqua/nutriente

4.3.1 Tecnica a flusso profondo (DFT) La tecnica del flusso profondo (DFT), nota anche come tecnica dell’acqua profonda, è la coltivazione di piante su supporti galleggianti o sospesi (zattere, pannelli, tavole) in contenitori riempiti con soluzione nutritiva di 10-20 cm (Van Os et al. 2008) (Fig. 4.3). In AP questo può essere fino a 30 cm. Esistono diverse forme di applicazione che possono essere distinte principalmente dalla profondità e dal volume della soluzione e dai metodi di ricircolo e ossigenazione.

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4.2 Sistemi senza suolo

L’intensa ricerca condotta nel campo della coltivazione idroponica ha portato allo sviluppo di una grande varietà di sistemi di coltivazione (Hussain et al. 2014). In termini pratici tutti questi possono essere implementati anche in combinazione con l’acquacoltura; tuttavia, a questo scopo, alcuni sono più adatti di altri (Maucieri et al. 2018). La grande varietà di sistemi che possono essere utilizzati richiede una categorizzazione dei diversi sistemi senza suolo (tabella 4.1).

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4.1 Introduzione

Nella produzione orticola, la definizione di coltivazione priva di suolo comprende tutti i sistemi che forniscono la produzione vegetale in condizioni prive di suolo in cui la fornitura di acqua e di minerali viene effettuata in soluzioni nutritive con o senza terreno di coltivazione (ad esempio lana di roccia, torba, perlite, pomice, cocco fibra, ecc.) I sistemi di coltura privi di suolo, comunemente noti come sistemi idroponici, possono essere ulteriormente suddivisi in sistemi aperti, dove la soluzione nutritiva in eccesso non viene riciclata, e sistemi chiusi, dove il flusso in eccesso di nutrienti dalle radici viene raccolto e riciclato nel sistema (Fig.

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