22.9 Discussione e conclusioni
L’acquaponica è un esempio perfetto di un sistema che può avvicinare la natura ad una classe e può essere utilizzato come punto di partenza per una serie di attività educative sia a livello di scuola primaria che secondario. Un sistema modello, insieme ai metodi didattici corrispondenti, serve a rendere i processi naturali più tangibili per gli alunni. Questo, a sua volta, aiuta a sviluppare le competenze necessarie per affrontare la complessità e i problemi dell’ambiente, e promuove un senso di responsabilità nei confronti dell’umanità. Creare l’opportunità di esperienza pratica con la natura e gli elementi naturali come l’acqua, i pesci e le piante sviluppa anche la coscienza ambientale e una maggiore comprensione del potenziale di soluzioni pratiche e la volontà di agire su questa conoscenza.
In questo capitolo, abbiamo presentato vari casi di studio sull’uso dell’acquaponica a diversi livelli educativi, e anche una serie di esempi che valutano i benefici dell’introduzione dell’acquaponica nelle scuole.
Mentre per ogni studio separato i metodi di valutazione erano di per sé logici e fornivano informazioni interessanti, i confronti chiari tra gli studi non sono pratici, perché i metodi non erano, o erano solo parzialmente, comparabili.
Durante il Progetto FP6 «WasteWaterResource», gli specialisti pedagogici del team hanno espresso alcuni commenti critici sull’utilizzo di questionari per misurare gli impatti sulla consapevolezza ecologica e sul comportamento degli studenti (Scheidegger e Wilhelm 2006):
Nei questionari a scelta multipla, gli studenti tendono a fornire le risposte che pensano che l’insegnante vorrebbe sentire.
I bambini spesso hanno difficoltà a classificare le loro risposte a domande come «_come è stata la mia motivazione nelle lezioni Aquaponic? _» (1: molto basso a 5: estremamente alto).
Le risposte sono fortemente influenzate dall’insegnante e dagli obiettivi attuali dell’educazione.
Pertanto, è discutibile se i metodi di indagine quantitativa siano appropriati per rivelare i potenziali effetti e se forniscano dati realistici sulle percezioni degli studenti.
Sembra più opportuno concentrarsi su metodi di valutazione qualitativi come interviste semi-strutturate con gli insegnanti, o il processo di auto-osservazione secondo il metodo di ricerca d’azione delineato da Altrichter e Posch (2007). Gli insegnanti sono professionisti che hanno una lunga esperienza nel trattare con gli studenti e possono quindi fornire informazioni migliori e più approfondite su un potenziale impatto di quanto possa rivelare un sondaggio. Un colloquio o un dialogo più approfondito con gli insegnanti fornirà anche informazioni su questioni critiche dei sistemi di apprendimento e idee sul suo ulteriore sviluppo. La domanda di ricerca «_come hanno fatto gli insegnanti a percepire il materiale? _» sembra quindi fornire informazioni molto più utili rispetto alla domanda «_qual è stato l’impatto sugli studenti? _»
Una questione chiave per la riuscita della diffusione di nuove unità didattiche sembra essere una solida integrazione delle unità nei quadri scolastici nazionali. Il feedback delle scuole indica fortemente che gli insegnanti hanno un tempo molto limitato per trovare e avviare nuove idee e materiali didattici. Di solito utilizzano portali informativi già stabiliti che forniscono il materiale in una forma che corrisponde al piano nazionale di istruzione ed è pronto per un particolare livello scolastico. È pertanto necessario instaurare una cooperazione con i principali attori del quadro pedagogico nazionale. Al fine di valutare meglio gli impatti dell’acquaponica su argomenti STEM, ambientali e altri risultati di apprendimento, uno studio comparativo tra istituti educativi in cui hanno utilizzato l’acquaponica come strumento didattico basato sugli stessi metodi di ricerca ben progettati e che affronterebbe vari obiettivi didattici sarebbe necessario.
Riconoscimenti Questo lavoro è stato in parte sostenuto dai finanziamenti ricevuti dall’azione COST FA1305 «The EU Aquaponics Hub—-Reising Sustainable Integrated Fish and Vegetable Production for the EU».
Riconosciamo il contributo dell’UE (FP6-2004-Scienza-e-Società 11, numero di contratto 021028) al progetto «WasterWater Resource», e ringraziamo l’intero team, in particolare Nils Ekelund, Snorre Nordal e Daniel Todt.
Riconosciamo il contributo dell’UE (Leonardo da Vinci trasferimento del progetto di innovazione, numero accordo - 2012-1-CH1-LEO05-00392) al progetto Aqua-Vet, e ringraziamo l’intero team, in particolare Nadine Antenen, Urška Kleč, Aleksandra Krivograd Klemenčič, Petra Peroci e Uroš Strniša.