14.5 Conclusioni e considerazioni future
Questo capitolo mirava a fornire una prima relazione sugli agenti patogeni vegetali che si verificano in acquaponica, esaminando i metodi attuali e le possibilità future di controllarli. Ogni strategia ha vantaggi e svantaggi e deve essere accuratamente progettata per adattarsi a ogni caso. Tuttavia, in questo momento, i metodi curativi nei sistemi aquaponici accoppiati sono ancora limitati e devono essere trovate nuove prospettive di controllo. Fortunatamente, si potrebbe considerare la soppressività in termini di sistemi acquaponici, come già osservato in idroponica (ad esempio nei terreni vegetali, nell’acqua e nei filtri lenti). Inoltre, la presenza di materia organica nel sistema è un fattore incoraggiante rispetto ai sistemi di coltura privi di suolo che utilizzano fertilizzanti organici, supporti vegetali organici o modifiche organiche.
Per il futuro, sembra importante indagare su questa azione soppressiva seguita dall’identificazione e dalla caratterizzazione dei microbi o consorzi di microbi responsabili. Sulla base dei risultati, si potrebbero prevedere diverse strategie per potenziare la capacità delle piante di resistere agli agenti patogeni. Il primo è il controllo biologico mediante conservazione, che significa favorire i microrganismi benefici manipolando e gestendo la composizione dell’acqua (ad esempio rapporto C/N, sostanze nutritive e gas) e parametri (ad esempio pH e temperatura). Ma l’identificazione di questi fattori di influenza deve essere realizzata prima. Questa gestione dei batteri autotrofici ed eterotrofici è anche di fondamentale importanza per sostenere una buona nitrificazione e mantenere i pesci sani. La seconda strategia è il controllo biologico aumentativo mediante ulteriore rilascio di microrganismi benefici già presenti nel sistema in gran numero (metodo inundativo) o in piccoli numeri ma ripetuti nel tempo (metodo di inoculazione). Ma dovrebbero essere raggiunte l’identificazione preventiva e la moltiplicazione di un BCA aquaponico. La terza strategia riguarda l’importazione, ossia l’introduzione di un nuovo microrganismo normalmente non presente nel sistema. In questo caso, è necessaria la selezione di un microrganismo adattato e sicuro per l’ambiente aquaponico. Per le ultime due strategie, il sito di inoculazione nel sistema deve essere considerato in funzione dello scopo desiderato. I siti in cui l’attività microbica potrebbe essere potenziata sono l’acqua ricircolata, la rizosfera (compresi i mezzi vegetali), il biofiltro (ad esempio nei filtri a sabbia lenta dove l’aggiunta di BCA è già stata testata) e la fillosfera (cioè parte della pianta aerea). Qualunque sia la strategia, l’obiettivo finale dovrebbe essere quello di guidare le comunità microbiche a fornire un ambiente microbico stabile ed ecologicamente equilibrato che consenta una buona produzione sia di piante che di pesci.
Per concludere, seguire i requisiti della gestione integrata dei parassiti delle piante (IPM) è una necessità di gestire correttamente il sistema ed evitare lo sviluppo e la diffusione di malattie vegetali (Bittsanszky et al. 2015; Nemethy et al. 2016). Il principio dell’IPM consiste nell’applicare pesticidi chimici o altri agenti come ultima risorsa quando si raggiunge il livello di pregiudizio economico. Di conseguenza, il controllo degli agenti patogeni dovrà basarsi in primo luogo su metodi fisici e biologici (descritti sopra), sulla loro combinazione e su un’efficace individuazione e monitoraggio della malattia (Parlamento europeo 2009).